Le galline di Carrara
(favoletta per Giulia)
Poco distanti dal mare, in quel pezzo di Toscana che confina con la Liguria, dietro la città di Carrara, sorgono le Alpi Apuane. Sono montagne bellissime, ma anche molto sfortunate: il loro corpo infatti è fatto di una qualità pregiata di marmo bianco, la roccia prediletta dagli scultori e dagli arredatori di tutti i tempi. Del marmo bianco di Carrara sono fatti per esempio la Pietà ed il David di Michelangelo, ma anche i pavimenti, i lavabi, le colonne delle più belle ville dei più ricchi sceicchi ed attori di Hollywood, sparse in giro nei paradisi del mondo. Le montagne perciò sono state scavate e sventrate dagli abitanti di Carrara, che da sempre vivono di quel marmo, per loro provvidenziale. Il marmo infatti consente a tutta la città di lavorare scavandolo, tagliandolo e rivendendolo agli scultori e ai costruttori di belle ville di ricchi sceicchi ed attori.
Oggi le Alpi Apuane non sono più quelle di una volta. Alcune delle montagne non esistono più, rase al suolo dai cavatori. Altre sono trivellate da chilometriche caverne, sforacchiate come immense forme di groviera, e lunghe file di camion enormi e bianchi di polvere scendono e salgono in continuazione, dalla montagna al mare e viceversa, per trasportare quel candido tesoro dai cavatori in montagna alle officine dei tagliatori in città. La vita a Carrara non è facile: la benedizione del marmo è anche la maledizione della città: l'aria è densa di polvere bianca e sottile che si mescola ai neri ed untuosi fumi di scarico dei camion, e i cittadini di Carrara hanno problemi con la respirazione. Ma il marmo è troppo importante e porta troppi soldi per potersi permettere il lusso di smettere di scavarlo.
Anche gli animali, da queste parti, sono più sbiaditi che nel resto dei monti e dei boschi dell'appennino. Le volpi sono rosa invece che rosse, i lupi sono grigio chiaro invece che grigio scuro, e branchi di camosci dallo smorto colore beige si aggirano per i pochi prati montani che rimangono nelle Alpi Apuane. Chissà se il colore più chiaro è dovuto alla necessità di mimetizzarsi in questo candido sottofondo, o alla polvere di marmo bianco che si deposita sui loro mantelli e che ricopre l'erba di cui si cibano? Gli studiosi non sono ancora riusciti a dare una spiegazione convincente.
Sono invece tutti d'accordo sull'effetto che la polvere di marmo ha su una razza di galline che vive solo qui: le Galline di Carrara. Queste galline (naturalmente dalle piume di un bianco immacolato, anzi, marmoreo) mangiano becchime all'aria aperta, ed insieme al becchime mangiano la sottile e candida polvere di marmo. Le loro uova sono bianchissime, ed hanno il guscio molto duro, tanto che le massaie di Carrara devono usare il martello per romperle e farsi una frittata. Le galline di Carrara sono purtroppo molto rare, e la loro razza va pian piano scomparendo. Infatti solo i pulcini più robusti riescono a sfondare il guscio dell'uovo per venir fuori. Anche il becco delle galline di Carrara è per questo molto più duro di quello delle galline normali, e quando le massaie di Carrara vogliono farsi un pollo arrosto devono stare bene attente a non essere colpite da questo arnese duro e tagliente.
Si narra persino che ogni tanto una gallina, dopo sforzi notevoli, deponga un uovo fatto completamente di marmo bianco. Il fatto potrebbe essere dovuto all'accumulo eccessivo di polvere nel cibo, che non viene smaltito a sufficienza nel guscio delle altre uova. Le uova di marmo sarebbero più piccole del normale, ma perfette nella forma e nel colore. L'evento sarebbe molto raro, e non si sa nemmeno se sia verità o fantasia, perché gli abitanti di Carrara (soprattutto le massaie) ritengono che un uovo di marmo porti molta fortuna, e perciò le rarissime volte che ne trovano uno lo custodiscono gelosamente come un tesoro, e non lo fanno vedere a nessuno.
Si dice anche che alcune di queste uova bianche e durissime vengano vendute sottobanco, e a prezzi da favola, ai collezionisti di rocce e minerali, proprio perché esse sono uno straordinario esempio di minerale animale, figlie di questa roccia bianca e durissima, che l'uomo spacca, sbriciola e sfarina in polvere e che la gallina di Carrara ricompone in questa forma perfetta. Fortunati i collezionisti che posseggono una così speciale rarità...
FG
Post Scriptum: Se qualcuno fosse arrivato qui senza aver visto la genesi di questo raccontino, puo' trovarla qui: Pensierino novembre 2015